20 febbraio 2007

L'intolleranza, l'arroganza e i prepotenti
Egregio direttore,
ho deciso di scriverle questa lettera per esprimere il mio disappunto riguardo ad alcuni tristi episodi che si stanno verificando nel nostro paese, per chiederle un parere sull'argomento e magari aprire una discussione con chi vorrà farlo.

Da qualche settimana stiamo assistendo alla sistematica aggressione di esponenti del mondo cattolico da parte di alcuni leader dell'estrema sinistra e degli ex-radicali.
Il motivo di questa aggressione verbale e mediatica è stata la ferma presa di posizione della Chiesa su due argomenti di scottante attualità: l'eutanasia e le coppie di fatto.

Si è iniziato con l'intimare a vescovi e cardinali di stare lontani dalla politica e si è finito con le minacce di revisione dei Patti Lateranensi.
A parte il fatto che un governo democratico non ricorre alle minacce e ai ricatti per zittire chi esprime il proprio parere, non vedo il motivo per cui un vescovo, un cardinale, il Papa o un cattolico non si debbano rivolgere alla gente e ai politici specialmente su questioni così delicate che riguardano la sfera della coscienza delle persone.

Francamente penso che il parere di illustri teologi e studiosi su questioni così rilevanti debba essere tenuto in considerazione e non offeso e bistrattato come si sta facendo negli ultimi tempi.
Ormai è consentito esprimere delle opinioni soltanto se sono "allineate" a quelle della maggioranza e al programma dell'Unione.
Le accuse rivolte al mondo cattolico di ingerenza politica le trovo assolutamente infondate.
Non si parla di Finanziaria, di TAV, di basi americane... ma di vita e di morte, di coscienza, di famiglia, di diritti delle persone.
Ebbene la Chiesa non può esprimere il proprio parere nemmeno su questi argomenti?
Non può rivolgere un appello ai credenti e ai politici?
E' una cosa assurda, grave e inaccettabile.
E' sconvolgente il fatto che si possano esprimere delle idee soltanto se sono "allineate" a quelle della maggioranza e al programma dell'Unione.
Il nostro è o non è ancora un paese democratico?

Di fronte alla crisi di valori della nostra società e alla tempesta che sta avvolgendo l'istituto della famiglia, non possiamo affidare il timone della nave ai Caruso, ai Luxuria e ai Pecoraro.
In questo momento di difficoltà non sarebbe più opportuno affidarsi alla saggezza e all'esperienza di gente colta e sapiente ?

Ora basta, è arrivato il momento di reagire e di dare un nome alle cose.
Il non ascoltare il parere di persone autorevoli si chiama arroganza.
L'offendere chi ha idee diverse dalle proprie si chiama intolleranza.
E chi minaccia e ricatta non è altro che un prepotente.

SìGlobal