22 settembre 2007

Le caste:
Ecco come la Coop uccide il libero mercato

Un'inchiesta svolta da Altroconsumo evidenzia che, in tutte le città in cui c'è una concorrenza accesa tra supermercati, i prezzi sono molto più bassi rispetto a quelli riscontrati nelle città in cui c'è una situazione di monopolio. A Pisa e Firenze, per esempio, "da anni la concorrenza tra Esselunga e Coop ha determinato un livello di prezzi del 20% inferiore rispetto alla media nazionale".

Ma allora, se il libero mercato e la concorrenza tra supermercati innescano "una spirale positiva con un conseguente abbassamento dei prezzi" che avvantaggia i consumatori, come mai non vengono incentivati? Come mai c'è chi fa di tutto perché in molte città italiane continui il monopolio incontrastato delle Coop rosse che, secondo Altroconsumo, sono anche più care?

Chi è che ha interesse affinché questa concorrenza non ci sia ? ...

Bernardo Caprotti, il proprietario di Esselunga, una risposta a questa domanda ce l'ha.
Proprio in questi giorni ha presentato un libro intitolato "Falce e carrello" in cui denuncia i soprusi delle Coop e il sistema che per anni ha intralciato, con mezzi a dir poco discutibili, la diffusione dei suoi supermercati nelle aree dominate dalla Coop.

L'accusa è chiara, la Coop è protetta, in modo più o meno lecito, dai politici e dai partiti di sinistra che
operano in modo che il dominio dei "supermercati rossi" resti incontrastato.
L'intreccio tra politici di sinistra e cooperative rosse è dimostrato anche dal fatto che ex funzionari di partito ricoprano cariche importanti all'interno delle Coop e che, viceversa, molti ex dirigenti di Coop tentino la carriera politica in quegli stessi partiti.
L'interessamento di Fassino e D'Alema alle vicende di Unipol, banca delle cooperative, rappresenta un ulteriore esempio di questa connivenza.

In una intervista a la Nazione, Caprotti ha afferma: "Si tratta di un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori" (La Nazione, 22 settembre 2007-pag.4).
Mentre in un'intervista a il Giornale porta degli esempi:"A Livorno avevamo individuato una bella area, ma a Livorno Esselunga non può entrare. Si chiama controllo del territorio. E a Bologna peggio: ci eravamo accordati col signor Goldoni, quello che faceva i preservativi, poi sono saltati fuori i reperti etruschi... Reperti preziosi, preziosissimi, la testimonianza di una fattoria di 2500 anni fa. La Sovrintendenza ha messo il vincolo, dopo un po’ sbuca la Coop e la Sovrintendenza ha tolto il vincolo, Voi mi capite? Questa è distorsione della concorrenza, anzi distorsione della Repubblica".

Lo scudo protettivo che la politica ha costruito attorno alle cooperative, specialmente le cooperative rosse, è un barriera insormontabile per l'affermazione del libero mercato.
Questa barrierra che danneggia i consumatori va abbattuta al più presto !!

2 Comments:

Blogger Pier Paolo said...

Il motivo e' semplice. La coop, come standa e altre sono di proprieta' dei politici. Non e' una questione di sinistra o destra. Si ha bisogno di aria nuova e un etica in tutto quello che si fa'.

5:34 PM  
Blogger siglobal said...

Sono d'accordo con te ci vuole più onestà e non solo da parte dei politici. Molti affermano, qui in Italia, che una parte politica sia quella degli "onesti" e che l'altra sia quella dei "disonesti".
Io, con i miei post, voglio evidenziare che non è così e che chi afferma queste cose è in malafede e che la sua è solo becera propaganda.
Grazie per il commento.
sig.

7:57 PM  

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