03 luglio 2009

Intervista al sottosegretario Mantovano

Approvata dal Governo la legge antimafia e contro l'immigrazione clandestina

Intervista di Emanuela Fontana (il Giornale.it):

RomaSottosegretario Mantovano, avete fatto norme "razziali", "perseguite il consenso»: mai legge di questo governo sembra essere stata così criticata. Perché?
"L’opposizione al governo sia dentro che fuori il parlamento ha criticato quello che non c’è, o che comunque è stato chiarito e eliminato, come i medici spia, i prèsidi spia. E invece non si è occupata delle cose importanti, a cominciare dalle misure significative di contrasto alla criminalità organizzata".
Di mafia si è parlato poco, cosa cambia con la legge?
"Abbiamo introdotto misure che fanno di questo provvedimento qualcosa di equivalente alle norme introdotte nel ’92 dopo le stragi di mafia, ma allora furono necessarie delle tragedie perché il parlamento si svegliasse, ora grazie a Dio questa necessità non c’è stata".
Cosa si punta a colpire?
"Le collusioni tra mafia ed economia e tra mafia ed enti territoriali".
Perché mafia ed economia?
"Per il mafioso l’arresto è un incidente di percorso, come per un calciatore ledersi il menisco. Ma prendergli la villa all’interno del paese, il simbolo del suo potere e della sua arroganza e destinarla a una stazione dei carabinieri o a una scuola materna, è un segnale di riappropriazione del territorio da parte dello Stato. Quando ci saranno dei ritardi potrà intervenire il prefetto"...
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