
in questi giorni una parte della società civile si sta mobilitando per porre all'attenzione dell'opinione pubblica il pericolo che un provvedimento ingiusto e liberticida sia approvato in via definitiva dal Parlamento.
Come lei sicuramente già saprà il governo Prodi ha emanato un decreto legge (art.32 - DL 262/2006) in cui si apporta una piccola ma molto significativa variazione a una legge del 1941 sul diritto d'autore (art.65 - L. 633/1941).
Purtroppo, come spesso accade, questa mobilitazione è stata messa in secondo piano da gran parte della stampa e ignorata completamente da radio e televisione.
In questo decreto, che dovrebbe riguardare "Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria", c'è un articolo, con precisione l'articolo 32, che riguarda stranamente la "Riproduzione di articoli di riviste o giornali" e così recita:
«I soggetti che realizzano, con qualsiasi mezzo, la riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali, devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalita' di riscossione sono determinate sulla base di accordi tra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.».
Se questo decreto fosse approvato dal Parlamento, si aprirebbe uno scenario inquietante da un punto di vista della libertà di circolazione delle notizie e della conoscenza.
Chiunque volesse utilizzare anche poche righe scritte da una fonte sicura e autorevole, pur virgolettandole e citando la fonte, dovrebbe versare un tributo all'editore dell'autore che ha scritto l'articolo.
Dato che questa strada sarebbe impraticabile nella maggior parte dei casi (penso ai tanti bloggers, ma anche ai giornalisti dei giornali e dei portali di informazione più piccoli) ne conseguirà l'impossibilità di poter diffondere con precisione e cognizione di causa notizie, punti vista e analisi critiche di qualsiasi autore riguardanti qualsiasi argomento.
Le domande che sorgono leggittimamente a chi si oppone a questo provvedimento, sono molte, alcune mi permetto di proporle nel seguito della email, sperando che lei possa, in qualche modo, confermare o esculdere alcuni di questi terribili sospetti.
A chi giova questo provvedimento ?
Non certo agli autori che vendono i propri diritti agli editori e che quindi non potranno usufruire dei ricavi di questo odioso balzello. Non restano che gli editori, e cioè quella lobby di imprenditori e banchieri che sfrutta giornalisti e dipendenti arrichendosi col loro lavoro, come dimostrano gli scioperi degli stessi giornalisti verificatisi in questi giorni.
Cosa comperterà questo provvedimento ?
Di certo si porrà un forte limite all'informazione matoriale della rete e dei giornali e delle riviste "minori".
Spero non sia questa la motivazione che ha portato alla stesura di questo decreto, perché vorrebbe dire che intenzionalmente si sta cercando di limitare la libertà di informazione.
Perché il governo ha incluso questo decreto all'interno del progetto per la Legge Finanziaria 2007?
Sembrerebbe uno strategemma per farlo passare inosservato e per evitare o limitare la sua discussione in Parlamento dato che costituisce una piccola parte, apparentemente insignificante, di una manovra importante e complessa.
Come mai sta accadendo tutto ciò ?
I più maliziosi affermano che il governo Prodi, dopo aver ringraziato le banche e la Coop con il decreto Bersani, per il sostegno in campagna elettorale, ora stia facendo lo stesso con gli editori.
Vorrei, infine, segnalarle una delle iniziative di protesta sorte in questi giorni.
E' la campagna "No alla tassa sulle rassegne stampa" di Peacelink, il cui link è: http://db.peacelink.org/campagne/info.php?id=20
Cordiali saluti
SìGlobal